Pollo alle prugne – Recensione del film francese

Pollo alle prugne - Recensione

Pollo alle prugne è un film francese del 2011, scritto e diretto da Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud.

Pollo alle prugne – Trama

Nasser Ali è un giovane musicista che vive con la moglie e i loro due figli. Da quando si ruppe il suo violino, che si scoprirà più avanti come, l’artista non riuscì più a provare nulla mentre componeva musica. I suoi tentativi di acquistare nuovi violini si rivelarono vani, in quanto nessuno strumento emetteva i perfetti suoni del vecchio compagno d’avventura con cui condivise 20 anni di tour in tutto il mondo. Infelice della propria esistenza, complice anche il fatto di non amare la moglie Faringuisse, Nasser Ali perderà la voglia di vivere e aspetterà che la morte lo prenda con sé. Durante i suoi ultimi giorni di vita, si susseguiranno visioni, sogni, ricordi e allucinazioni del protagonista.

Motivi validi per vivere

Nonostante abbia due figli, fra l’altro piccoli, Nasser Ali non rinuncia al suo desiderio di morire. Tutto ebbe inizio quando il padre di Irane, la donna che amava, gli negò la mano della figlia, causando l’infelicità dei due innamorati. A quel dolore, il giovane musicista reagì componendo musica attraverso quel violino che gli fu donato per colmare il vuoto che l’amata donna gli aveva lasciato. In ognuna delle note emesse dallo strumento suonato, c’era un po’ di Irane e questo bastava a sopravvivere al peso dei giorni.
Quando la moglie di Nassar Ali glielo ruppe, stufa di un marito che a parte impegnarsi con la musica non faceva nient’altro, gli crollò il mondo addosso. Assieme allo strumento, di fatto, se ne andò anche un pezzo di lui, ovvero il ricordo dell’amata donna che portava con sé in ogni composizione.

Niente fu più in grado di emozionare il musicista che, fra un amore infelice e la perdita del proprio strumento, non trovò più un valido motivo per vivere ed andare avanti. I giorni divennero pesanti, soprattutto quando iniziò a rendersi conto che nessun violino lo avrebbe soddisfatto come quello distrutto dalla moglie.
Faringuisse, che lo amava molto da sempre, era perennemente arrabbiata perché doveva occuparsi di casa, figli e lavoro, mentre il marito non muoveva un dito se non per suonare. Un’accesa lite fra i due fu la scintilla che la fece scoppiare, rompendo con forza lo strumento, nella speranza che Nasser Ali si rendesse conto della gravità del problema familiare. Non avrebbe mai immaginato che le cose potessero soltanto peggiorare, impedendo al musicista di trovare un nuovo scopo a cui aggrapparsi per vivere ancora.

Pollo alle prugne – Significato del titolo

Nasser Ali non ha mai amato Faringuisse, sposandola soltanto su insistenza della madre che gli diceva che col tempo l’amore sarebbe nato da sé. Tuttavia, c’era una cosa in particolare che amava di lei, ossia il piatto che cucinava meglio di chiunque altro al mondo: il pollo alle prugne. Nei giorni in cui lui attendeva soltanto la morte, lei provò a cucinarglielo sperando di risollevargli il morale e l’appetito. Ma il suo tentativo di riaccendere la fiamma del marito fu vano: egli respinse il piatto e addossò a lei le colpe della sua infelicità. Malgrado ciò, la moglie non poteva sapere che lui la sposò per volere della madre, motivo per cui non si capacitava mai di tanto astio da parte sua.

Il loro amore, al contrario di quanto diceva la madre del musicista, non sbocciò mai. L’amore si sente sin da subito, rende diversi, illumina lo sguardo ed accende il cuore. L’amore che provava per Irane, probabilmente non lo avrebbe mai provato per nessun’altra al mondo. Se il desiderio di morte da parte di Nasser Ali può sembrare egoista, è in realtà anche un modo per dare a Faringuisse l’opportunità di ricominciare una vita nuova. Senza il marito in vita, infatti, lei potrebbe cercare un nuovo compagno che l’ami davvero e che ami prendersi cura dei figli. Nasser Ali, questo amore, lo aveva ormai perso da troppo tempo e sapeva che non l’avrebbe mai ritrovato.

Pollo alle prugne – Conclusione

Nonostante il tema principale sia prettamente drammatico, la sceneggiatura si presenta ricca d’ironia e di spunti di riflessione sulla vita e sulla morte. La pellicola gode di una magnifica colonna sonora orchestrale che accompagna gran parte delle scene, non lasciando mai spazio alla noia e al disinteresse. Il film, della durata di 90 minuti scarsi, rientra sicuramente fra le opere poco conosciute da vedere almeno una volta, traendo inoltre beneficio dai saggi consigli offerti durante la sua riproduzione.

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